Chi Siamo

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Il duo Agnese&Tiziano nasce dall'incontro tra Agnese Fallongo, attrice-cantante e autrice teatrale, e Tiziano Caputo, attore-cantante e musicista poli-strumentista, avvenuto in occasione della realizzazione dello spettacolo “LETIZIA VA ALLA GUERRA - la suora, la sposa e la puttana, ideato e diretto da Adriano Evangelisti e scritto dalla stessa Fallongo. Successivamente questa compagine artistica si arricchisce di un quarto elemento grazie al coinvolgimento di Raffaele Latagliata che firma la regia dei due spettacoli successivi: “...FINO ALLE STELLE! - scalata in musica lungo lo stivale, scritto a quattro mani da Fallongo e Caputo con il coordinamento creativo di Evangelisti, e “I MEZZALIRA - panni sporchi fritti in casa”, scritto dalla Fallongo, impreziosito dalle musiche originali composte da Caputo e arricchito dalla presenza di Evangelisti anche in veste di attore. L'insieme dei tre spettacoli dà origine alla “Trilogia degli ultimi”, che li porta presto a distinguersi nel panorama nazionale e ad ottenere un unanime consenso di critica e di pubblico.
L'elemento che caratterizza la ricerca di questo collettivo e che ne delinea maggiormente la poetica è quello di sfiorare il presente attraverso il passato. Raccontare, cioè, le storie delle generazioni che ci hanno preceduti per riuscire a comprendere meglio il momento presente: non sai mai dove vai se non sai da dove vieni. Per aderire a questo tipo di contenuto, si è scelto di utilizzare un codice teatrale che attinge al “teatro di narrazione” rielaborandolo, però, in chiave estremamente moderna e originale. L’obiettivo è quello di dare voce alle persone “comuni”, a “gli ultimi”, appunto, quelli rimasti nell’ombra durante alcune delle vicende più significative della nostra penisola. Un lavoro di costruzione drammaturgica che parte sempre da un’approfondita documentazione storica, per poi avvalersi, in un secondo momento, della testimonianza reale di chi, quelle esperienze, le ha vissute in prima persona. Il mezzo utilizzato è quello delle interviste, che vengono poi rielaborate, romanzate e trasformate in materia teatrale. Quello che interessa è il recupero della tradizione orale, dei racconti, della memoria di un passato ancora vivo, presente, palpitante. Un’ode alla vita che ha sempre più fantasia di noi... per chi la sa osservare.  
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Dal punto di vista linguistico la scelta del dialetto, inteso come lingua del cuore, nasce dall'esigenza di partire sempre dal suono per la costruzione dei personaggi e per poter dar loro quella veracità indispensabile a renderli credibili sulla scena. L'Italia è fra i paesi con il maggior numero di dialetti al mondo e il poter attingere da questo infinito bacino, dal sapore inconfondibilmente nostrano, costituisce un’enorme ricchezza, spesso sottovalutata. La musica, ideata appositamente per tutti gli spettacoli e suonata rigorosamente dal vivo, è parte integrante della drammaturgia stessa e rappresenta una necessità sostanziale volta a sublimare la parola nei momenti topici del racconto, con l’intento di accompagnare lo spettatore, cullandolo, in un intenso spaccato della storia d’Italia. 

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